I fanti cadono ma il Re rimane sul trono

imagesÈ ormai pressoché giornaliera la sensazione che in Italia ci sia una serie di teste che, cadendo una dopo l’altra, stiano riempiendo questo “cesto della rivoluzione” al fine, almeno apparente, di epurare la politica da chi per anni ha approfittato del proprio status quo per accumulare ricchezza, potere e quant’altro messo a disposizione su piazza (Italia). Galan, Dell’Utri, Matacena e chi più ne ha più ne metta, sbattuti in cella, in prima pagina e poi centrifugati dai media, poi risbattuti in prima pagina, ancora e ancora, come trofei di caccia come pierini messi dietro l’angolo a ripetere “non lo faccio più, prometto”. Per carità probabilmente saranno colpevoli, avranno commesso reati, avranno magari anche calpestato chi era meno potente di loro, ma siamo sicuri che non siano vittime di un sistema, il sistema Italia? E poi perché mentre i suoi scudieri vengono messi alla gogna il Re/Cavaliere ritorna in auge, prosciolto dal Rubygate, riabilitato politicamente e con l’intento di ergersi a paladino del centrodestra contro i cattivi di sinistra? Ma non erano gli stessi con i quali sta architettando la nuova legge elettorale fatta in barba alla Corte costituzionale perché ancora una volta non prevede le preferenze? La mia sensazione è che si stia girando sempre lo stesso film cambiando solo gli attori, con il convincimento che si stia cercando di cambiare la trama ma senza perdere il filo conduttore che è sempre lo stesso: porsi al comando per acquisire potere e con l’intento di non mollarlo per il tempo più lungo possibile. Ma quale innovazione? quali riforme? Questo fumo del riformismo ormai ci ha annebbiato così tanto la vista che non vediamo più la disoccupazione che cresce, i poveri che aumentano e le stanze dei bottoni sempre più affollate (con la differenza che non sono più votati ma nominati); ma allora quali sono le riforme che faranno cambiare marcia al paese ? Svegliamoci cari amici, rimbocchiamoci le maniche e continuiamo a ripetere ai nostri figli che ci troviamo in un mondo dove chi ha pensato a se stesso ci ha condotto in una stanza buia senza neanche un fiammifero, senza un tozzo di pane, né un bicchiere d’acqua, intimandogli di non ripetere gli stessi errori e con la speranza così di riuscire a formare un briciolo di coscienza collettiva con l’intento di avere una classe politica e dirigente che possa, non dico tutti i giorni, ma una volta ogni tanto, dire ” faccio questo per il mio paese” invece di ragionare sempre sul tornaconto personale, di partito o chissà di quale entità posta alle estremità della società per non farsi scovare ma che trae le risorse nel cuore della stessa: il nostro caro e amato Stato Italiano.

di Francesco Bitto Anas Veneto

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